Le casalinghe senza "voce" -- new

 

 

 

Ad ogni vigilia elettorale affiora la necessità di sensibilizzare le donne elettrici ed in particolare le casalinghe.

Queste ultime le si ritiene demotivate per una scelta politica consapevole poiché non sono una categoria di lavoratrici protette da una organizzazione sindacale che solleciti le loro legittime rivendicazioni.

Nelle quattro mura della sua casa, la casalinga è tragicamente sola a combattere la battaglia quotidiana del carovita con un bilancio d’impresa che ha sempre meno risorse, la scuola che non l’aiuta ad educare i figli, l’insicurezza sociale per la dilagante delinquenza, le allarmistiche informazioni che riceve dai quotidiani e dalla  televisione che portano nelle case le immagini di un intero mondo devastato dalla povertà e dalle guerre.

Non basta la proposta utopica della retribuzione pensionistica per tutte a dare alle casalinghe una dignità di lavoratrici riconosciute dalla società: se ciò non può accadere esse chiedono solo il buon funzionamento delle istituzioni: "chiedono" che la scuola educhi, che l’assistenza sanitaria assista nel pieno significato della parola.  "Chiedono£ una casa in cui vivere dignitosamente, "chiedono" che il mondo del lavoro sia disponibile a reinserirle nell’ingranaggio della produttività quando i figli sono cresciuti, "chiedono" sicurezza per i loro congiunti, "chiedono" una società in cui poter vivere serenamente.

E' troppo pretendere tutto questo? Sembra proprio di sì.


Nada Reale