e La famiglia
Un uomo e una donna uniti nell’amore sono già una famiglia: da loro nascono i figli a completarla.
Nelle varie Società, le Religioni, le Leggi e le usanze danno alla famiglia una precisa fisionomia giuridica, ma l’idea di famiglia è universale: padre, madre, figli. A questi si aggiungano tutti i membri di parentela diretta e indiretta.
Un bimbo, per crescere, ha bisogno di trovare accanto a sé un nucleo famigliare che, con amore, provveda ai suoi apprendimenti di vita. E’ provato che le creature che crescono negli istituti presentano spessissimo, carenze psicologiche.
La figura della madre nutrice è universale. Salve rarissime eccezioni, è suo il compito di accudire i figli e del padre quello di provvedere al reperimento dei mezzi materiali per il sostentamento. Questi ruoli erano naturali, ovviamente scontati.
Ora però, nelle società progredite, non è più così.
Il compito della donna-madre è uno dei più difficili, dei più sacrificanti e ingrati in questa società in cui la spinta al consumismo ha moltiplicato gli appetiti e ha aperto gli occhi di tutti su una prospettiva di facili e illusorie evasioni e guadagni pecuniari: si può aspirare a facili compiti soddisfacenti.
La donna, oggi, fuori dalle mura domestiche ha la possibilità di realizzare le sue aspirazioni professionali e materiali, dispone di guadagni economici propri che le permettono di soddisfare i suoi desideri, ma poi…a casa?
Nel migliore dei casi si può permettere un aiuto domestico, spesso invece è un doppio lavoro che si accolla.
I bambini più fortunati sono affidati alle nonne, gli altri a donne mercenarie, baby-sitter, non sempre all’altezza del difficile compito di educare. La crescita dei bimbi affidati a queste ultime non è certo naturale e, frequentemente, le sofferenze, le insoddisfazioni, le insicurezze pericolose si radicano e sfociano nelle intemperanze che spesso si manifestano rovinosamente nell’adolescenza.
Se la figura materna è indispensabile alla crescita dei figli, comprimaria e non meno importante è la figura del padre: questi dovrebbe rappresentare il punto fermo della morale, della giustizia, e dell’autorità amorosa.
Il padre dovrebbe essere quella presenza che, in armonia con la madre, guida con amore la sua famiglia.
Non commetta mai l’errore di scendere dal piedistallo di “uomo guida” perché, altrimenti, i figli non sapranno mai distinguere il bene dal male o, peggio, confonderanno il bene con tutto ciò che è loro più confacente e il male con tutto ciò che è scomodo.
Mi preme porre l’accento al termine “uomo guida” riferito al padre, e non “padrone dispotico” della vita altrui, anche quella della moglie.
Per essere così, si presuppone che questa meravigliosa figura di padre abbia una preparazione adeguata al gran compito che, con il formarsi di una famiglia, egli, liberamente, si è accollato.
L’unica vera riforma dell’istituzione famigliare, vista dall’angolatura morale, perché quella giuridica non rientra nel nostro contesto, consiste nel capire che il creare una famiglia è, per la donna e per l’uomo, una scelta cosciente, libera, individuale e sacrificante. Siano essi consapevoli di ciò che dovranno affrontare, del grande sacrificio che dovranno sopportare e gioiosamente siano GENITORI.
La famiglia è essenzialmente il fulcro della vita, il punto di riferimento per ogni appartenente che in lei trova sostegno morale e, spesse volte, anche economico, in una società sempre più egoistica ed opportunista dove l’unica certezza sono gli affetti di un padre e di una madre.
Chi non vorrà, o non potrà, affrontare tutto ciò prosegua la strada scelta, svolga il suo ruolo di persona libera, sia solo se stessa, ami in piene libertà, le è concesso, ma non metta mai al mondo delle creature che, infelici, saranno un peso anche per la società.
Dio ha voluto che l’uomo si moltiplicasse con amore e che godesse questa sua vita sulla Terra, ebbene, che ciò avvenga in assoluta libertà di scelta dei ruoli che ogni individuo sente più adatti a se stesso, ma si tanga ben presente che:
la famiglia è il sacro nucleo della vita.