La ragazza del circo
- Sono del Circo accampato qui, in V.le Caterina da Forlì. Siamo appena arrivati a Milano. Il nostro è un piccolo Circo, non è famoso, e le spese sono tante: comprami un centrino!-
- No, no, non mi serve niente. - rispose Lia contrariata: era già metà mattina e nessun cliente era entrato nel suo negozio d’ottica in piazzale Siena, e quell’ importuna voleva quattrini.
-Guarda com’è bello questo fazzoletto ricamato- insisteva.
- Sono giorni magri anche per noi, s’incassa poco.- ribatté Lia.
- Aiutaci, Signora…- implorava la ragazzetta bruna. Aveva grandi occhi dolci di persona mite e indifesa.
- Ti ho detto che non ci sono soldi, abbiamo tutti tante spese e pochi incassi “ tempi magri “ mia cara. - Lia si stava spazientendo.
-Fai anche le foto per tessera? Le consegni subito? Me le faresti in cambio di un bel fazzoletto ricamato?-
Lo scambio non era interessante per Lia, ma era intenerita dalla dolcezza di quello sguardo implorante che sapeva come chiedere.
- Va bene, accomodati – disse.
La ragazza si sedette davanti alla macchina fotografica visibilmente impacciata: - Sono le mie prime fotografie per tessera,
- Quanti anni hai?- le chiese Lia.
- Quindici- rispose lei. Ne dimostrava di più.
Fingeva? Poteva anche essere, ma perché non crederle?
- Mettiti così. Alza il viso. Guarda al centro dei quattro obiettivi. Sorridi. Ferma così… Fatto. –
- E’ bello il tuo lavoro?- chiese la ragazza improvvisamente – Mi piacerebbe lavorare qui.
- Tu che fai nel Circo?- Lia era incuriosita e sorpresa.
- Tante cose…Anche il trapezio.-
- Hai mai paura di cadere?-
- E’ da tanti anni ormai che lo faccio…- nel dire questo usò un tono rassegnato. –Invece, mi piacerebbe davvero lavorare in un negozio come il tuo.-
- Per fare l’ottico occorre un diploma specifico, tu che scuole hai frequentato?-
- Nessuna…Sai noi siamo sempre in giro…Forse non saprei neppure vivere sempre lì, in una casa… come forse tu non sapresti vivere a lungo in una delle nostre roulotte.-
Era una frase da “luogo comune”? Gli occhi della ragazza erano bassi ora, quasi a nascondere i suoi pensieri. Forse aveva veramente bisogno di una lunga sosta, di una vita diversa. Quali erano i suoi veri sogni?
- La tua famiglia lavora tutta nel Circo?- chiese Lia.
-Si, c’è papà e siamo quattro figli; la mamma è morta cinque anni fa - rispose con un battito di ciglia e un abbassamento di voce.
- Ecco pronte le tue foto, sei riuscita proprio bene. Tieni, te le regalo.-
- Grazie, Signora, si vede proprio che sei una persona buona e gentile.-
Lia non avrebbe più dimenticato quegli occhi incredibilmente dolci
che l’avevano costretta a diventare una “citrulla” o forse solo una persona “ gentile”.
Nada Reale