Marillina

 

Il piccolo ospedale mi apparve all'improvviso sul finire del lungo viale alberato: è una costruzione tutta vetro e cemento dalle linee essenziali rispondenti ad una perfetta funzionalità.

Entro, lunghi corridoi s'intersecano come in un labirinto, il pavimento di gomma attutisce il rumore dei passi. Le porte socchiuse delle camerette, con pochi letti bianchi, lasciano intravedere la presenza dei degenti.


Sbircio ansiosa ad ogni porta cercandoti. Eccoti: mi appari luminosa nella tua fresca vestaglia a quadretti bianchi e rosa. I tuoi corti capelli biondi, nell'effetto di controluce, sembrano illuminarti come un'aureola. Il tuo bel viso senza trucco si accende nel vedermi in un'esplosione di gioia.


Mi aspettavi, cara sorella, a te, più giovane di me di nove anni, mi lega un affetto quasi materno e la tua fragilità di donna ti rende ancora più cara a questo mio cuore che non si dona facilmente. Ti stringo in un abbraccio da sorella-madre con tanto trasporto. Sento che anche tu mi vuoi bene.


Si parla degli esami clinici in corso, del vitto, della gentilezza delle infermiere, della sofferenza della tua compagna di camera: è anziana e la figlia rifiuta di accoglierla nella sua casa quando sarà dimessa.

Tu che hai tanto sofferto in questi ultimi otto anni e che della mancanza della nostra mamma hai sentito tutto lo sconforto, inorridisci davanti a tanto poco amore filiale

-"Bisogna aiutarla"- mi dici. Il tuo generoso cuore è già pronto e le hai offerto asilo provvisorio a casa tua.


Quanto ti hanno mutata le esperienze amare….Ora sei una donna sicura che sa guardare la vita con occhi pieni di consapevolezza e di Fede. Di quella Fede in Dio che ci dà la certezza di non essere mai soli ed abbandonati al destino che, spesso. sembra ci cada addosso inesorabilmente ed inevitabilmente.

Destino che, invece, possiamo costruirci un giorno dopo l'altro sapendo guardare oltre la materialità delle cose.


Dal momento in cui la tua vita di sposa si è spezzata, hai saputo risalire un gradino dopo l'altro, dolorosamente, dal buio della disperazione alla luce della speranza.


Ora sei qui, col viso un po' pallido per questa ansiosa attesa dell'intervento chirurgico, ma con la forza d'animo e la piena speranza  che tutto andrà per il meglio.

Tu sei fiduciosa in modo commovente perché sai che Lui non ti abbandonerà, come non ti ha mai abbandonata neppure quando non ti accorgevi della Sua presenza perché accecata dalla disperazione per la prospettiva di una vita senza il tuo uomo accanto. Ora è diverso, ora "sai", ora "senti", ora hai la certezza di poter affrontare il mondo armata della tua forza interiore, personale ed esclusiva. Ti senti corazzata come un guerriero.


Così mi piaci, sorella cara, sei come avevo sempre voluto che tu fossi, Da te, tuo figlio, saprà trovare la forza indispensabile per affrontare a sua volta il mondo con tutti i suoi inevitabili inganni.


-" Devo andare via, ora, ma tornerò presto."-

-"Ti telefonerò io quando mi diranno che sarò operata, stai tranquilla, io lo sono.-"

Mi accompagni all'uscita, giù in giardino.

Il vento, che annuncia il primo temporale d'Agosto, fa svolazzare la tua vestaglia leggera. Ti guardo mentre corri verso l'interno come una ragazzina ricca di gioiose attese.


Nada Reale